Librini #50 ‑ Buona Pasqua
Ovvero quel momento dell'anno in cui mi viene l'ansia da premi letterari.



Questa è Librini, la tua dose di storie, letteratura e vita vissuta raccontate bene, il tempo di un cappuccino.
Nella puntata precedente abbiamo parlato di meditazioni casalinghe con audiolibri nelle orecchie, visualizzazioni della lettura perfetta e di cos’ha di determinante da dirci Baricco in un breve ma intenso saggio sulla narrazione.
In questa puntata scoprirai perché a Pasqua inizia a venirmi l’ansia da premi letterari e, se ce l’hai anche tu, come fare per continuare a leggere senza paura.
PREMIO STREGA E SORTILEGI
Andrò subito al punto perché domani è Pasqua e tutti abbiamo molto da fare, chi ammazzarsi di uova e timballi, chi cucinare l’universo mondo perché qualcuno verrà a pranzo (un po’ come ogni fine settimana). Mi ero anche detta che avrei scritto una newsletter per fare tanti auguri e annunciare una pausa primaverile, come fanno tutte le persone normali e per bene. Ma alla fine, con un piano editoriale a regola d’arte, mi sono seduta alla scrivania e, insomma, si sa come va a finire.
Ma sarò breve, in nome dalle vacanze e degli ospiti a pranzo.
Il punto è che qualche giorno fa sono stati annunciati i 12 candidati al Premio Strega di quest’anno. Restano solo 46 giorni, 1.104 ore per portarsi in pari con la lettura. Infatti il 4 di giugno verranno decretati i finalisti e un mese dopo il vincitore.
Se calcoliamo che la metà di queste ore tocca dormire, bere, mangiare, lavarsi e cose analoghe, ne restano solo 552. Bisogna anche sottrarre quelle per lavorare, occuparsi dei bambini, mandare avanti la casa, avere una vita sociale, camminare, pensare, distrarsi un po’, eccetera: diciamo almeno una media di 8 o 10 ore al giorno, forse di più, ma siamo ottimisti. Risulta che le ore a nostra disposizione per leggere tutte le pagine in lizza per lo Strega restano appena una novantina, all’incirca 3 giorni e mezzo. Se i miei calcoli (e di ChatGPT) hanno senso, capisci bene che l’ansia di non riuscire ad arrivare preparati è alta.
Ma era una gara? Sì, certo, ma non per me. In ogni caso: questo è il sortilegio dello Strega. Appassionato lettore, entusiasta lettrice, dimmi che sbaglio.
Comunque, non ha importanza quanto io abbia letto: quando esce la dozzina del Premio Strega, finisce sempre che io conosco a mala pena duo o tre volumi, se va bene. E non mi capacito mai esattamente da dove siano sbucati fuori gli altri presenti nella rosa. E spesso mi capita di rimanerci male per qualcuno rimasto fuori dalla lista. L’anno scorso, per esempio, quando vinse l’ottima Donatella di Pietrantonio con L’età fragile, avevo sentito l’enorme vuoto lasciato da Cose che non si raccontano di Antonella Lattanzi che non venne incluso tra i finalisti.
Quest’anno succede la stessa cosa con I giorni di Vetro di Nicoletta Verna, un romanzo bellissimo e per nulla scontato sulle lotte partigiane e la mostruosità della guerra. Da recuperare per forza, se te lo fossi perso: un libro che ogni italiano dovrebbe leggere.
Spaesata davanti alla dozzina, comunque, come se dovessi attenermi a una tabella di marcia immaginaria per stare sul pezzo delle letture “che contano”, tendo ad adottare per contrasto e con lungimiranza un atteggiamento scostante che rifugge l’approfondimento (d’altra parte mi ricordo di quelle novanta ora, metà delle quali io mi addormento a metà capitolo). Da ultimo, mi sento anche fisicamente molto minacciata dalla pila pericolante dei libri già accumulati, che sembrano ammonirmi con drammaticità: Vorrai mica metterci in coda?
Nel mio caso attuale, risulta che i libri letti candidati allo Strega di quest’anno siano un paio: L’anniversario di Andrea Bajani e Quello che so di te di Nadia Terranova, due storie con al centro la famiglia. Il romanzo di Bajani, specialmente, è molto disturbante per l’argomento trattato; così l’ho dato da leggere al mio gruppo di lettura all’Istituto Italiano di Cultura di Budapest per avere la possibilità di rifletterci insieme e vedere un po’ cosa poterne cavare senza andare in analisi per la prossima decina d’anni. Ci incontreremo a breve ed è dunque probabile che qualcosa di determinante sulla vita e sulle relazioni finirà nella puntata #51 della newsletter. Ho grandi aspettative.
Davanti ai romanzi della dozzina che non ho letto si spalanca poi l’irrefrenabile necessità di recuperarne almeno qualcuno e adesso ti dirò come ho deciso di cavarmi fuori da questa impasse.
Penso che procederò con l’ascolto dell’audiolibro del romanzo di Paolo Nori, Chiudo la porta e urlo, un testo dalla forma ibrida dedicato al poeta Raffaello Baldini che - come suggerisce la copertina - pare dia la sensazione di partecipare a una chiacchierata con l’autore, complice la scelta di uno stile recitato, che riproduce il parlato.
Parlo, di Raffaello Baldini, ma parlo anche di me, e della mia vita, e dei miei genitori, e di mia figlia, e della mamma di mia figlia e anche di mia nonna Carmela.
Praticamente come ascoltare uno lungo audio di WhatsApp direttamente da Paolo Nori. Sono pronta.
Un altro libro che potrei valutare di affrontare è Incompletezza. Una storia di Kurt Gödel di Deborah Gambetta che promette di far balzare nella vita di uno dei matematici più autorevoli della Storia, autore di teoremi fondamentali per l’intero edificio della scienza e della tecnica. Qualcosa davvero molto poco alla mia portata. Ma in corsa per lo Strega su proposta di Claudia Durastanti: come non crederle.
Extra dozzina ma imperdibile è l'esordio letterario di Nicola Campiotti, con un titolo che è una dichiarazione d’amore: Tutto tra noi è infinito, un romanzo di formazione che promette qualche lacrima ed è liberamente ispirato alla sua vita. Sono indecisa se prenderlo in prestito dalla fornitissima Biblioteca dell’Istituto oppure pregare qualche amica di ritorno dalle vacanze pasquali dall’Italia di portarmene una copia. In ogni caso non vedo l’ora di leggerlo, curiosa di ritrovarci un Nicola che molti anni fa, una sera a Roma - chissà se lo ricorda - era finito a cena a casa mia. All’epoca faceva solo ancora, talentuosamente, il regista.
Eccomi mentre mi accingo a scrivere una breve newsletter di auguri.
UN PREMIO TIRA L’ALTRO
Poiché quando esce la dozzina dello Strega mi vengono in mente, tutti in una volta, il resto dei premi letterari - almeno i più importanti - del globo terracqueo, avviene che mi faccia una passeggiata nell’internet per capire a che punto siamo.
È da poco uscita la cinquina finalista del Premio Campiello Giovani mentre per la sezione big del Premio dobbiamo aspettare fine maggio per conoscere la cinquina e il 13 settembre il vincitore. Se nel frattempo vuoi leggerti un romanzo speciale che ha vinto questo premio nel 2022, ancora e sempre, ti ricordo dell’esistenza della stupefacente opera prima di Bernardo Zannoni, I miei stupidi intenti, ben accompagnata dallo splendido romanzo di Giulia Caminito, L’acqua del lago non è mai dolce, che con una voce potente, roca e persino cattiva, ha vinto il Campiello nel 2021.
Per il Viareggio-Rèpaci dobbiamo attendere luglio, ma nel frattempo ci si può immergere nell’ultimo affascinante romanzo di Silvia Avallone, Cuore nero, in cui si parla con dolcezza e onestà di solitudini e riscatti, una storia che ha vinto più che meritatamente questo premio l’anno scorso, durante la 95esima edizione.
Il Premio Napoli si svolge a dicembre e l’edizione del 2024 l’ha vinta un romanzo davvero singolare in cui l’autore, dall’inizio alla fine, parla malissimo di sua madre: lui è Antonio Franchini con Il fuoco che ti porti dentro.
Non dimentichiamo che la 99esima edizione del Premio Bagutta, il concorso letterario più antico d’Italia, è stata vinta da un Einuadi che non passa inosservato: Corpo, umano (con la virgola, sì) di Vittorio Lingiardi. Con le spiegazioni della scienza, le immagini dell’arte, le parole della letteratura, il professore ordinario di Psicologia Dinamica, racconta la vita del corpo che è «il nostro io, ma anche il primo tu». Un romanzo che immagino denso e pregno, determinante, ma di quelli che a occhio e croce potrei cominciare stanotte e finire a Pasqua (dell’anno prossimo).
Che preme ancora nella mia lista d’attesa di lettura è il romanzo protagonista di due premi letterari nel 2024, il Bancarella e il John Fante Opera Prima, vinti da Il cognome delle donne di Aurora Tamigio.
Stato della scrivania da quando Librini ha un logo e io ho un timbro del logo di Librini.
AND THE WINNER IS…
Se fin qui ho citato solo opere italiane, non temere che la panoramica si allarga ben oltre i nostri confini nazionali. Quante ore avevamo per lo Strega?
Intanto, stiamo aspettando con ardore di conoscere, tra poco più di un mese, il vincitore dell’International Book Prizer facendo un gran tifo per Vincenzo Latronico, tra i finalisti con Le perfezioni, un romanzo tradotto in oltre venti paesi che ha ricevuto un gran consenso di pubblico e che io ho apprezzato ancor di più dopo averne parlato direttamente con l’autore intervenuto al Club del Libro dell’Istituto proprio l’anno scorso in quest’epoca.
Occhi aperti anche sul Premio Strega Europeo che io mi sento vincerà Il giorno dell’ape di Paul Murray, un agile tomo di appena 647 pagine che mi scruta da un lato della scrivania in attesa io mi lasci rovinare la vita dalla sua storia; per convincermi ad affrontare sto per decidere di metterlo come libro protagonista del secondo incontro del club del libro online di Librini. Ah, se ti fossi perso questa novità, niente paura: iscriviti alla newsletter dedicata: Librini - Il Club per non perdere gli aggiornamenti.
Nella lista dei libri-che-hanno-vinto-premi-che-vorrei-leggere-ma-quando-? c’è anche La vegetariana, un romanzo coreano del 2007 che ha raggiunto la popolarità nel 2016 quando è stato tradotto in inglese, la cui autrice, Han Kang, ha vinto il Premio Nobel nel 2024. Non so perché ma ho come l’impressione che non mi piacerà.
Parlando di scrittori premi Nobel, è mancato da qualche giorno Mario Vargas Llosa, considerato uno dei massimi romanzieri e saggisti contemporanei, peruviano di nascita, precisamente di Arequipa, la cosiddetta ciudad blanca per via del colore della pietra con la quale sono stati costruiti tutti gli edifici principali del suo centro storico, fra l’altro nominato nel 2000 Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Non senza vergogna confesso di aver tentato invano di affrontarlo varie volte in spagnolo, trovandolo molto ostico. Ma forse, adesso che mi trovo in Centro Europa e lui è addirittura morto, potrei darmi un’altra occasione, magari in italiano.
Da ultimo, ho sentito qua e là recensioni solo positive di Orbital di Samantha Harvey, un romanzo del 2023, tradotto in italiano quest’anno e vincitore del Book Prizer for Fiction.
Insomma, se anche tu pensi di non avere gli occhi per piangere (cioè tempo per leggere tutto), puoi cominciare dai link che trovi in questa puntata: sono le uscite della newsletter dedicate ai libri a cui si riferiscono, un buon modo per decidere cosa scegliere in libreria.
Un’altra volta ti parlerò del fatto che mi sento in debito con i classici. Intanto, Buona Pasqua!



Unisciti a Librini – Il Club, il club del libro online di Librini!
L’incontro di questo mese sarà mercoledì 30 aprile alle 18:30 online.
Pareleremo di Tatà di Valerie Perrin.
Per iscriverti, puoi pagare qui 5€. Mi raccomando, ricordati di scrivere nelle note: Nome, Cognome e Indirizzo email.
Ti aspetto.
PS:
Se non vuoi partecipare all’incontro di aprile, ma vuoi rimanere aggiornato sulle attività e i prossimi incontri, iscriviti alla newsletter dedicata!



Mi chiamo Sveva Borla e sono una che ha sempre amato fare tante cose molto diverse fra loro. Ma soprattutto leggere, scrivere, fare fotografie e organizzare cose.
Sono una giornalista, ho lavorato con Forze Armate, Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Istituti Italiani di Cultura.
Due anni fa ho fondato Librini per raccontare di scrittura, letture e vita che ci passa attraverso.
Ho vissuto a Torino, Barcellona, Roma, San Paolo del Brasile, Lima e adesso Budapest, dove animo il Club del Libro dell’Istituto Italiano di Cultura, al quale ho ospitato autori come Giulia Caminito e Vincenzo Latronico, e organizzo eventi letterari in giro per la città.
Nel 2024 ho portato Librini nelle scuole italiane di Lima e New York nell’ambito della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo e al Festival L’Eredità delle Donne di Serena Dandini.
Se vuoi partecipare a qualcuno dei miei eventi o pensi che potremmo collaborare in qualche modo, scrivimi: sarò felice di conoscerti.
Mi trovi anche su Instagram dove noterai che non manco mai di fare colazione.
A proposito, se ti piace questo progetto, puoi dirmelo con un cappuccino!
Hai ricevuto questa puntata ma non sei ancora iscritto a Librini? Puoi farlo qui:
Una mail da salvare per decidere il prossimo libro sulla lista! 🩷 Buona Pasqua!
Buona Pasqua, che ricchezza di link e consigli!